domenica 11 settembre 2011

Chi non ha Memoria non ha Futuro

       9/11/2001                                                                                                                                       9/11/2011





Per quelli che "sono scappati per farsi un altra vita" , per quelli che " sono controfigure della CIA" , per quelli che " gli aerei erano ologrammi", per quelli che " erano fuori a festeggiare ", per quelli che " era un missile ", per quelli che "5 metri, ripeto 5 metri" , per quelli che " il mossad trama nell'ombra " , per quelli che " non c'erano ebrei al momento degli attacchi ", per quelli che "la nanotermite, le mini nuke iraggi spaziali".
Si, per voi, oggi, statevi zitti.


                                      Senza futuro cosa ce ne facciamo della memoria?

domenica 4 settembre 2011

I percursori del revisionismo - Paul Rassinier



Paul Rassinier ( 1906 - 1967 )

Internato nei campi di concentramento di Buchenwald e Dora, socialista, pacifista e antinazista, Paul Rassinier discende da una famiglia di pacifisti. Il padre Joseph, allevatore e veterano dell'esercito colonialista francese nel Tonchino, viene mobilitato come soldato per partecipare all'imminente conflitto mondiale, ma, al suo rifiuto si dichiara pacifista e viene incarcerato in una prigione militare. Questo fatto influenzera' il giovane Rassinier, che a sua volta seguira' le orme del padre aderendo al pacifismo, che segnera' la sua vita.
Nel 1922, a soli 16 anni, influenzato dall'anarchico Victor Serge (1) aderisce al Parttito Comunista, la militanza dura poco ed in breve tempo ne viene espulso. Negli anni successivi indirizza i suoi sforzi politici in direzione del movimento dei lavoratori e nel febbraio del 1934 abbraccia il Partito Socialista ( SFIO ).
Lo scoppio della seconda guerra mondiale e l'occupazione tedesca della Francia lo vedono partecipare alla fondazione di Libre Nord, un'organizzazione dedita alla lotta di liberazione delle zone occupate a nord della Francia, con la quale sperimenta diverse forme di resistenza passiva " l'idea di non violenza ed i pricipi assoluti del pacifismo " (2), incluso il trasporto clandestino di rifugiati ebrei in Svizzera attraverso il confine con la Francia grazie  all'appoggio del Comitato Ebreo Svizzero. Le sue attivita' gli valsero l'attenzione da parte delle autorita' tedesche che incaricarono la Gestapo di arrestarlo, nell'ottobre del 1943, e di deportarlo, prima nel campo di concentramento di Buchenwald e poi di Dora, nel quale rimase prigioniero fino alla fine del conflitto.
Tornato in Francia, e' provato dalle torture subite ( mani schiacciate, mascella fratturata e un rene a pezzi ) tanto da venire dichiarato invalido al 105%, in seguito verra' eletto deputato socialista da parte dell' Assemblee Nationale, per essersi distinto eroicamente prendendo parte alla Resistenza francese e verra' poi premiato con le piu' alte onoreficenze da parte del Governo. A distanza di breve tempo, incomincia a fornire le sue testimonianze dei corpi trasportati al crematorio di Buchenwald. Scrive cosi' a tal proposito :

" Ogni giorno, da Dora arrivano camion pieni di cadaveri da cremare a Buchenwald, dalla presenza di questi corpi si potevano dedurre gli orrori del campo " (3) 

Rassinier scrive come il tasso di mortalita', che definisce allarmante, sia causato da "[..]  maltrattamenti, scarsa qualita' e insufficienza del cibo, carenza di medicine, turni di lavoro massacranti [..] e polmonite " (4)

Il periodo che segue la pubblicazione dei suoi primi lavori, si interroga circa la veridicita' delle numerose testimonianze rilasciate dagli altri internati, che Rassinier bollera' come  " esecrabili esagerazioni ". A questo proposito scrive :

" Quindi un giorno mi sono accorto che era stata creata una falsa immagine dei campi tedeschi e che il problema dei campi era universale [..] i deportati, molti dei quali comunisti, erano in gran parte responsabili per aver indirizzato il pensiero politico internazionale verso una conclusione errata. Successivamente, sentii che rimanendo in silenzio mi sarei reso complice di una pericolosa influenza " (5) 

Rassinier inizia l'opera di decostruzione nei confronti delle testimonianze degli altri deportati. Si puo' dire che il nocciolo del suo lavoro, in fatto di testimonianze,  consiste nella tentata confutazione delle memorie di Raul Hilberg (6) ed il suo " La distruzione degli ebrei d'Europa " (7), considerato come uno degli studi piu' autorevoli riguardo all' Endlösung der Judenfrage, ovvero, la soluzione finale. Che Rassinier commenta cosi':

" [ in futuro, del libro di Hilberg n.d.m. ] non se ne parlera' affatto, o se ancora menzionato, lo sara' per riferirlo a qualcosa di indegno, se non come ad un esempio della piu' scandalosa aberrazione del nostro tempo " (8)

Rassinier diventa scettico anche davanti alle testimonianze sulle camere a gas, che in quel periodo circolavano abbondanti, che commenta :

" Nel 1950, era ancora troppo presto per pronunciarsi definitivamente sull'esistenza delle camere a gas; mancano i documenti, e quelli che abbiamo a disposizione sono incompleti, inesatti e ovviamente apocrifi o falsificati " (9)

Nel 1964 pubblica il libro " Il dramma degli Ebrei d' Europa ", dove la sua posizione si irrigidisce ulteriormente :

" Per quanto riguarda le camere a gas, la processione quasi senza sosta di falsi testimoni o falsi documenti che ho portato all'attenzione del lettore in questo mio lungo studio, dimostrano, tuttavia, solo una fatto: in nessun momento, le autorita' del terzo reich, hanno mai ordinato lo sterminio degli ebrei, in questo [con il gas n.d.m] o in altro modo. Che questo sterminio abbia avuto luogo senza essere ordinato? Questa e' la questione che mi ha perseguitato per quindici anni " (10)

Rassinier dichiara, e, vediamo, come  le idee-base che fanno da collante al revisionismo siano sempre le stesse, che non ci sarebbe stata nessuna volonta' di sterminio da parte del governo tedesco, anzi, la soluzione finale sarebbe stata quella piu' consona e praticabile dell'allontanamento in massa degli ebrei in una " riserva " ( revisionisti come Carlo Mattogno offrono come meta il Madagascar, ma tornero' sull'argomento piu' avanti ). Non si sarebbero consumati quindi  " sterminii con il gas " e che, la conseguente cifra dei " sei milioni " di morti, altro non sarebbe che un'abile contraffazione ordita dalla propaganda alleata, dai comunisti e da una supposta organizzazione giudaica mondiale, avvenimenti, questi, che avrebbero permesso la fondazione dello stato di Israele e, nell immediato dopoguerra, l'attuazione di politiche specifiche da parte del governo di Bonn, degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica sempre sfruttando l'onda emotiva proveniente dalla scoperta degli orrori perpetrari dai nazisti.
Rispetto alla " questione ebraica ", nel suo " Les responsables de la seconde guerre mondiale " Rassinier sostiene che :

"[..]
  anche spogliando le esagerzioni che ne hanno falsato il significato, la politica di Hitler contro gli ebrei e' stata un attacco indiscutibile ai dirittti umani e fu secondo l'espressione sancita "piu' che un crimine, una trasgressione "


 Si affretta a giudicare che, in un certo modo, le disgrazie degli ebrei sarebbero state in qualche modo causate dagli ebrei stessi:
 "dobbiamo riconoscere che [ gli ebrei ] pretendono di voler essere in germania, cosi' come in ogni altro paese che venga da loro considerato " terra di accogliaenza " , una minoranza nazionale, sia poco plausibile. era loro responsabilita' ammettere di essere stranieri in germania e cedere ogni diritto a protestare  se, a sua volta, hitler avesse trattato loro come stranieri. gli altri governi mondiali sarebbero stati liberi di accettare il reclamo degli ebrei, era un problema di politica interna,e non era affare di hitler. lasciate che gli ebrei in germania si trasferiscano altrove, cosi' disse. il terzo reich era uno stato totalitario, non vi era spazio al suo interno per una minoranza. L'unico problema con il piano di hitler era che gli altri stati sovrani non volevano avere niente in comune con questi ebrei e, anche avessero voluto, la politica di Hitler sarebbe rimasta la stessa, senza dubbio in opposizione ai diritti umani "

 Rassinier inoltre rileva che " Sarebbe rimasto tale solo dal punto di vista dei principi e , sul piano pratico, non avrebbe preso la { successiva } piega disumana che abbiamo visto. La questione avrebbe potuto risolversi con l'espediente del trasferimento della popolazione, accompagnato dal tresferimento dei beni personali, e la storia ci offre molti esempi rispetto a questo. E questo e' cio' che Hitler avrebbe proposto " [a questo proprosito, rimando all'articolo di prossima pubblicazione su Carlo Mattogno, dove viene sviscerata la questione Madagascar]
Quindi, Rassinier, avrebbe stabilito che nessuna gasazione avrebbe avuto luogo. Tento' di fornire agli storici la sua personale analisi quantitativa [ si noti come, in siti revisionisti questo dato, di per se comunque macabro, diventi " la prima vera analisi " ] sugli ebrei morti durante la guerra. Il suo totale, calcolato nei 12 anni di regime, e' stimato tra 987.952 e 1.589.492. (11)
 Infine, nel suo " Il vero processo a Eichmann " sposa definitivamente la causa negazionista, dichiarando cosi' che :
" Non hanno avuto luogo ne' camere a gas,  ne sterminii eseguiti con questo metodo ad Auschwitz-Birkenau " (12)

Paul Rassinier muore, all'eta' di 61 anni, nel luglio del 67.
Dopo circa 14 anni, le sue maggiori opere vengono ripubblicate e tradotte in inglese dalla Noontide press (13) , casa editrice di riferimento presso l' Institute for Historical Review (14) ( organizzazione americana che diverra' l'aggregatore dei vari revisionisti sparsi per il mondo, di vitale importanza per il movimento, sopratutto dagli anni ottanta fino ad oggi,  alla quale sara' dedicato un post)


Note
(1) http://www.marxists.org/archive/serge/index.htm
(2) http://theansp.us/NSocialism/debunking_genocide_myth_paul_rassinier.pdf
(3) Paul Rassinier, The Holocaust Story and the Lie of Ulysses, Institute for Historical Review, Costa Mesa, Ca., 1978 pp 38(4) pp. 44
(5) pp. 109
(6) http://it.wikipedia.org/wiki/Raul_Hilberg
(7) http://www.fredianosessi.it/documenti/HILBERG.pdf
(8) Paul Rassinier, The Holocaust Story and the Lie of Ulysses, Institute for Historical Review, Costa Mesa, Cal., 1978 pp 212
(9) pp. 158
(10) pp. 260
(11) pp. 389-390
(12) Rassinier, The Real Eichmann Trial. p.98
(13) http://www.noontidepress.com/product_info.php?products_id=285
(14) http://www.adl.org/learn/ext_us/historical_review.asp?LEARN_Cat=Extremism&LEARN_SubCat=Extremism_in_America&xpicked=3&item=ihr








giovedì 1 settembre 2011

I percursori del revisionismo - Maurice Bardèche


Maurice Bardèche ( 1907-1998 )


" Io sono uno scrittore fascista " (1)
Maurice Bardèche, noto per essere un autore neofascista, e' stato definito anche saggista, critico cinematografico, intellettuale e critico d'arte. Pubblica, nell'immediato dopoguerra, un testo di critica revisionista rispetto ai giudizi e alle condanne imposte ai tedeschi da parte degli Alleati al processo di Norimberga, nel tentativo di sovvertire le varie responsabilita' che sarebbero ingiustamente state accollate agli uomini del terzo Reich.
Aderisce al pensiero di "revolution nationale" (2) ( l'ideologia alla base del governo di Vichy ),  cosi' dal 1933 e nei tre anni successivi pubblica sui giornali di Brasillach (3) , del quale e' anche il cognato, e di Mailnier, articoli di cronaca letteraria.
 Gli anni della guerra civile spagnola, lo portano alla pubblicazione de l' " Historie de la guerre d' Éspagne ", tramite il quale sfodera una feroce difesa del regime franchista e ne condivide i metodi repressivi, simbolo dell'ideologia fascista piu' spicciola. Nel 1938 scrive su " Je suis partout ", settimanale nato come apolitico che verra' forzato alla svolta antidemocratica da parte dei suoi collaboratori, ideologicamente affini all'idea di Charles Maurras (4). Diventera' una rivista oltranzista, politicamente schierata e capace di metter in piedi vere e proprie campagne d'odio e di diffamazione ai danni dei resistenti al fascismo. Dopo la Liberazione, Bardèche viene arrestato con l'accusa di collaborazionismo e rilasciato, mentre il cognato-collaboratore Brasillach verra' condannato e giustiziato il 6 febbraio 1945, e come lui, molti altri sostenitori del governo di Vichy verrano giustiziati per ordine del generale De Gaulle. Dall'ottobre del 44, grazie all'uso di liste di proscrizione, De Gaulle dara' il via libera ad esecuzioni ai danni dei collaborazionisti del terzo Reich..
Fonda la sua casa editrice, Le Sept Couleurs, e una rivista, Le Defense de l'Occident, con la quale si produrra' in critiche feroci  atte alla riabilitazione della figura di Brasillach e del governo di Vichy. Bisognera' aspettare il 1948 perche' Bardèche metta alla luce il suo fondamentale Nuremberg ou la terre promise nel quale introdurra' la teoria per cui i tedeschi non sarebbero stati gli unici fautori del conflitto mondiale, scagionandoli dalle accuse subite a Norimberga di crimini di guerra e contro l'umanita'. Bardèche scrive :
 
" Io non difendo la Germania : io difendo la verita'. Non so se la verita' esista [..] ma so che la menzogna esiste, che esiste la deformazione sistematica dei fatti. [..] un abile falsificazione [..] se la propaganda delle democrazie ha mentito [sulle reali responsabilita' del governo vichysta n.d.m.] come crederle quando ci parla della Germania? [..] Non dobbiamo chiederci se non debba farsi la medesima revisione sulla condanna pronunciata [..] a Norimberga? [..] Abbiamo il diritto di disinteressarcene? [..] Se le nostre mani non fossero piu' pure delle loro e le nostre coscienze non fossero piu' limpide delle loro [..]?Se ci fossimo sbagliati? Se ci avessero mentito? [..] La rovina della Germania non bastava ai vincitori. I tedeschi non sono soltanto dei vinti, sono dei vinti speciali. In loro e' stato vinto il Male [..] I tedeschi dovevano sedere sulle loro rovine e battersi il petto perche' "erano stati dei mostri " . Ed e' giusto che le citta' dei mostri siano distrutte e cosi' le loro donne e i figlioletti. E [..] tutti i popoli del mondo [..] senza eccezione [..] si misero a spiegare all'uomo assiso sulle rovine perche' era un mostro. [..] non tutto il mondo ha accettato ciecamente il verdetto dei vincitori [..] La nostra opinione sulla Germania e sul regime nazionalsocialista e' indipendente dalle contingenze attuali. [..] quando ci sembrera' che l'esercito tedesco e il partito [..] abbiano commesso dei delitti, naturalmente li chiameremo delitti. M quando giudicheremo che le accuse portate contro di loro siano frutto di sofismi e di menzogne, denunceremo quei sofismi e quelle menzogne 


da Nuremberg ou la terre promise, pp 13,14,15


E, sulle responsabilita' morali, che dibattera' a lungo, afferma :


"E se le regole imposteci fossero esse a perpetuarel'impotenza, e i principi interdetti servissero a distruggere
il disordine? L'accusa di complotto è un'invenzione eccellente.Il mondo è ormai democratico in perpetuo, è democratico per decisione del tribunale
[..]La sentenza di Norimberga consiste dunque nel fare una selezione preventiva dei partiti. Gli uni sono legittimi e gli altri sospetti [..] sono " in linea " con lo spirito democratico [..] conseguentemente hanno il diritto di impadronirsi del potere e di avere un piano [..] quel piano concertato non minaccera' mai la democrazia e la pace. Gli altri invece non hanno il diritto al potere e quindi è inutile che esistano: va da sé che essi contengono in germe ogni specie di delitti contro la pace e l'umanità"


da Nuremberg ou la terre promise, pag. 31



Non si fatica  a considerarla una rilettura revisionista se non anticipatamente negazionista nella formulazione delle sue idee, grazie alle quali, Bardèche ricava una condanna a 50.000 franchi di multa. Nonostante cio', di certo non intimidito, pubblica nuovamente Nuremberg II ou les Faux-Monnayeurs, a causa del quale riceve una seconda condanna ad un anno di prigione per apologia dei crimini di guerra ed uscì solo perché gli venne concessa la grazia dal Presidente della Repubblica, René Coty. (5)
Nel 1951 appare ancora tra i fondatori del Movimento Sociale Europeo (MSE), mentre nel 1952 pubblica un testo in difesa del collega Paul Rassinier, rispetto al quale e' ideologicamente debitore. Dallo stesso anno fino al 1982 sulle pagine della sua rivista " defense de l'ocident ", Bardèche, affascinato e convinto dall'esperienza della Repubblica Sociale Italiana, scrive della sua idea di fascismo, ribattezzato " fascismo perfezionato ".
Gli ultimi anni della sua vita li passa alla ricerca della Verita', ovvero, in chiave revisionista, alla confutazione delle prove sull' Olocausto.
Muore a Parigi il 30 luglio 1998.




Note

(1) introduzione, da  Qu'est-ce que le fascisme? Les Sept Couleur, 1962
(2) http://en.wikipedia.org/wiki/R%C3%A9volution_nationale
(3) http://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Brasillach
(4) http://it.wikipedia.org/wiki/Charles_Maurras
(5) http://www.centrostudilaruna.it/sparta-e-i-sudisti-nel-pensiero-di-maurice-bardeche.html