sabato 8 ottobre 2011

questioni irritanti tornera' al piu' presto

Mi scuso per la lunga pausa, dovuta al mio ristabilimento fisico e psicologico, derivata da un  periodo di riabilitazione al quale sono sottoposto da parecchi anni e che finalmente ha raggiunto un termine.
Grazie per chi mi ha seguito in questo piccolo spazio.

Ennio

domenica 11 settembre 2011

Chi non ha Memoria non ha Futuro

       9/11/2001                                                                                                                                       9/11/2011





Per quelli che "sono scappati per farsi un altra vita" , per quelli che " sono controfigure della CIA" , per quelli che " gli aerei erano ologrammi", per quelli che " erano fuori a festeggiare ", per quelli che " era un missile ", per quelli che "5 metri, ripeto 5 metri" , per quelli che " il mossad trama nell'ombra " , per quelli che " non c'erano ebrei al momento degli attacchi ", per quelli che "la nanotermite, le mini nuke iraggi spaziali".
Si, per voi, oggi, statevi zitti.


                                      Senza futuro cosa ce ne facciamo della memoria?

domenica 4 settembre 2011

I percursori del revisionismo - Paul Rassinier



Paul Rassinier ( 1906 - 1967 )

Internato nei campi di concentramento di Buchenwald e Dora, socialista, pacifista e antinazista, Paul Rassinier discende da una famiglia di pacifisti. Il padre Joseph, allevatore e veterano dell'esercito colonialista francese nel Tonchino, viene mobilitato come soldato per partecipare all'imminente conflitto mondiale, ma, al suo rifiuto si dichiara pacifista e viene incarcerato in una prigione militare. Questo fatto influenzera' il giovane Rassinier, che a sua volta seguira' le orme del padre aderendo al pacifismo, che segnera' la sua vita.
Nel 1922, a soli 16 anni, influenzato dall'anarchico Victor Serge (1) aderisce al Parttito Comunista, la militanza dura poco ed in breve tempo ne viene espulso. Negli anni successivi indirizza i suoi sforzi politici in direzione del movimento dei lavoratori e nel febbraio del 1934 abbraccia il Partito Socialista ( SFIO ).
Lo scoppio della seconda guerra mondiale e l'occupazione tedesca della Francia lo vedono partecipare alla fondazione di Libre Nord, un'organizzazione dedita alla lotta di liberazione delle zone occupate a nord della Francia, con la quale sperimenta diverse forme di resistenza passiva " l'idea di non violenza ed i pricipi assoluti del pacifismo " (2), incluso il trasporto clandestino di rifugiati ebrei in Svizzera attraverso il confine con la Francia grazie  all'appoggio del Comitato Ebreo Svizzero. Le sue attivita' gli valsero l'attenzione da parte delle autorita' tedesche che incaricarono la Gestapo di arrestarlo, nell'ottobre del 1943, e di deportarlo, prima nel campo di concentramento di Buchenwald e poi di Dora, nel quale rimase prigioniero fino alla fine del conflitto.
Tornato in Francia, e' provato dalle torture subite ( mani schiacciate, mascella fratturata e un rene a pezzi ) tanto da venire dichiarato invalido al 105%, in seguito verra' eletto deputato socialista da parte dell' Assemblee Nationale, per essersi distinto eroicamente prendendo parte alla Resistenza francese e verra' poi premiato con le piu' alte onoreficenze da parte del Governo. A distanza di breve tempo, incomincia a fornire le sue testimonianze dei corpi trasportati al crematorio di Buchenwald. Scrive cosi' a tal proposito :

" Ogni giorno, da Dora arrivano camion pieni di cadaveri da cremare a Buchenwald, dalla presenza di questi corpi si potevano dedurre gli orrori del campo " (3) 

Rassinier scrive come il tasso di mortalita', che definisce allarmante, sia causato da "[..]  maltrattamenti, scarsa qualita' e insufficienza del cibo, carenza di medicine, turni di lavoro massacranti [..] e polmonite " (4)

Il periodo che segue la pubblicazione dei suoi primi lavori, si interroga circa la veridicita' delle numerose testimonianze rilasciate dagli altri internati, che Rassinier bollera' come  " esecrabili esagerazioni ". A questo proposito scrive :

" Quindi un giorno mi sono accorto che era stata creata una falsa immagine dei campi tedeschi e che il problema dei campi era universale [..] i deportati, molti dei quali comunisti, erano in gran parte responsabili per aver indirizzato il pensiero politico internazionale verso una conclusione errata. Successivamente, sentii che rimanendo in silenzio mi sarei reso complice di una pericolosa influenza " (5) 

Rassinier inizia l'opera di decostruzione nei confronti delle testimonianze degli altri deportati. Si puo' dire che il nocciolo del suo lavoro, in fatto di testimonianze,  consiste nella tentata confutazione delle memorie di Raul Hilberg (6) ed il suo " La distruzione degli ebrei d'Europa " (7), considerato come uno degli studi piu' autorevoli riguardo all' Endlösung der Judenfrage, ovvero, la soluzione finale. Che Rassinier commenta cosi':

" [ in futuro, del libro di Hilberg n.d.m. ] non se ne parlera' affatto, o se ancora menzionato, lo sara' per riferirlo a qualcosa di indegno, se non come ad un esempio della piu' scandalosa aberrazione del nostro tempo " (8)

Rassinier diventa scettico anche davanti alle testimonianze sulle camere a gas, che in quel periodo circolavano abbondanti, che commenta :

" Nel 1950, era ancora troppo presto per pronunciarsi definitivamente sull'esistenza delle camere a gas; mancano i documenti, e quelli che abbiamo a disposizione sono incompleti, inesatti e ovviamente apocrifi o falsificati " (9)

Nel 1964 pubblica il libro " Il dramma degli Ebrei d' Europa ", dove la sua posizione si irrigidisce ulteriormente :

" Per quanto riguarda le camere a gas, la processione quasi senza sosta di falsi testimoni o falsi documenti che ho portato all'attenzione del lettore in questo mio lungo studio, dimostrano, tuttavia, solo una fatto: in nessun momento, le autorita' del terzo reich, hanno mai ordinato lo sterminio degli ebrei, in questo [con il gas n.d.m] o in altro modo. Che questo sterminio abbia avuto luogo senza essere ordinato? Questa e' la questione che mi ha perseguitato per quindici anni " (10)

Rassinier dichiara, e, vediamo, come  le idee-base che fanno da collante al revisionismo siano sempre le stesse, che non ci sarebbe stata nessuna volonta' di sterminio da parte del governo tedesco, anzi, la soluzione finale sarebbe stata quella piu' consona e praticabile dell'allontanamento in massa degli ebrei in una " riserva " ( revisionisti come Carlo Mattogno offrono come meta il Madagascar, ma tornero' sull'argomento piu' avanti ). Non si sarebbero consumati quindi  " sterminii con il gas " e che, la conseguente cifra dei " sei milioni " di morti, altro non sarebbe che un'abile contraffazione ordita dalla propaganda alleata, dai comunisti e da una supposta organizzazione giudaica mondiale, avvenimenti, questi, che avrebbero permesso la fondazione dello stato di Israele e, nell immediato dopoguerra, l'attuazione di politiche specifiche da parte del governo di Bonn, degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica sempre sfruttando l'onda emotiva proveniente dalla scoperta degli orrori perpetrari dai nazisti.
Rispetto alla " questione ebraica ", nel suo " Les responsables de la seconde guerre mondiale " Rassinier sostiene che :

"[..]
  anche spogliando le esagerzioni che ne hanno falsato il significato, la politica di Hitler contro gli ebrei e' stata un attacco indiscutibile ai dirittti umani e fu secondo l'espressione sancita "piu' che un crimine, una trasgressione "


 Si affretta a giudicare che, in un certo modo, le disgrazie degli ebrei sarebbero state in qualche modo causate dagli ebrei stessi:
 "dobbiamo riconoscere che [ gli ebrei ] pretendono di voler essere in germania, cosi' come in ogni altro paese che venga da loro considerato " terra di accogliaenza " , una minoranza nazionale, sia poco plausibile. era loro responsabilita' ammettere di essere stranieri in germania e cedere ogni diritto a protestare  se, a sua volta, hitler avesse trattato loro come stranieri. gli altri governi mondiali sarebbero stati liberi di accettare il reclamo degli ebrei, era un problema di politica interna,e non era affare di hitler. lasciate che gli ebrei in germania si trasferiscano altrove, cosi' disse. il terzo reich era uno stato totalitario, non vi era spazio al suo interno per una minoranza. L'unico problema con il piano di hitler era che gli altri stati sovrani non volevano avere niente in comune con questi ebrei e, anche avessero voluto, la politica di Hitler sarebbe rimasta la stessa, senza dubbio in opposizione ai diritti umani "

 Rassinier inoltre rileva che " Sarebbe rimasto tale solo dal punto di vista dei principi e , sul piano pratico, non avrebbe preso la { successiva } piega disumana che abbiamo visto. La questione avrebbe potuto risolversi con l'espediente del trasferimento della popolazione, accompagnato dal tresferimento dei beni personali, e la storia ci offre molti esempi rispetto a questo. E questo e' cio' che Hitler avrebbe proposto " [a questo proprosito, rimando all'articolo di prossima pubblicazione su Carlo Mattogno, dove viene sviscerata la questione Madagascar]
Quindi, Rassinier, avrebbe stabilito che nessuna gasazione avrebbe avuto luogo. Tento' di fornire agli storici la sua personale analisi quantitativa [ si noti come, in siti revisionisti questo dato, di per se comunque macabro, diventi " la prima vera analisi " ] sugli ebrei morti durante la guerra. Il suo totale, calcolato nei 12 anni di regime, e' stimato tra 987.952 e 1.589.492. (11)
 Infine, nel suo " Il vero processo a Eichmann " sposa definitivamente la causa negazionista, dichiarando cosi' che :
" Non hanno avuto luogo ne' camere a gas,  ne sterminii eseguiti con questo metodo ad Auschwitz-Birkenau " (12)

Paul Rassinier muore, all'eta' di 61 anni, nel luglio del 67.
Dopo circa 14 anni, le sue maggiori opere vengono ripubblicate e tradotte in inglese dalla Noontide press (13) , casa editrice di riferimento presso l' Institute for Historical Review (14) ( organizzazione americana che diverra' l'aggregatore dei vari revisionisti sparsi per il mondo, di vitale importanza per il movimento, sopratutto dagli anni ottanta fino ad oggi,  alla quale sara' dedicato un post)


Note
(1) http://www.marxists.org/archive/serge/index.htm
(2) http://theansp.us/NSocialism/debunking_genocide_myth_paul_rassinier.pdf
(3) Paul Rassinier, The Holocaust Story and the Lie of Ulysses, Institute for Historical Review, Costa Mesa, Ca., 1978 pp 38(4) pp. 44
(5) pp. 109
(6) http://it.wikipedia.org/wiki/Raul_Hilberg
(7) http://www.fredianosessi.it/documenti/HILBERG.pdf
(8) Paul Rassinier, The Holocaust Story and the Lie of Ulysses, Institute for Historical Review, Costa Mesa, Cal., 1978 pp 212
(9) pp. 158
(10) pp. 260
(11) pp. 389-390
(12) Rassinier, The Real Eichmann Trial. p.98
(13) http://www.noontidepress.com/product_info.php?products_id=285
(14) http://www.adl.org/learn/ext_us/historical_review.asp?LEARN_Cat=Extremism&LEARN_SubCat=Extremism_in_America&xpicked=3&item=ihr








giovedì 1 settembre 2011

I percursori del revisionismo - Maurice Bardèche


Maurice Bardèche ( 1907-1998 )


" Io sono uno scrittore fascista " (1)
Maurice Bardèche, noto per essere un autore neofascista, e' stato definito anche saggista, critico cinematografico, intellettuale e critico d'arte. Pubblica, nell'immediato dopoguerra, un testo di critica revisionista rispetto ai giudizi e alle condanne imposte ai tedeschi da parte degli Alleati al processo di Norimberga, nel tentativo di sovvertire le varie responsabilita' che sarebbero ingiustamente state accollate agli uomini del terzo Reich.
Aderisce al pensiero di "revolution nationale" (2) ( l'ideologia alla base del governo di Vichy ),  cosi' dal 1933 e nei tre anni successivi pubblica sui giornali di Brasillach (3) , del quale e' anche il cognato, e di Mailnier, articoli di cronaca letteraria.
 Gli anni della guerra civile spagnola, lo portano alla pubblicazione de l' " Historie de la guerre d' Éspagne ", tramite il quale sfodera una feroce difesa del regime franchista e ne condivide i metodi repressivi, simbolo dell'ideologia fascista piu' spicciola. Nel 1938 scrive su " Je suis partout ", settimanale nato come apolitico che verra' forzato alla svolta antidemocratica da parte dei suoi collaboratori, ideologicamente affini all'idea di Charles Maurras (4). Diventera' una rivista oltranzista, politicamente schierata e capace di metter in piedi vere e proprie campagne d'odio e di diffamazione ai danni dei resistenti al fascismo. Dopo la Liberazione, Bardèche viene arrestato con l'accusa di collaborazionismo e rilasciato, mentre il cognato-collaboratore Brasillach verra' condannato e giustiziato il 6 febbraio 1945, e come lui, molti altri sostenitori del governo di Vichy verrano giustiziati per ordine del generale De Gaulle. Dall'ottobre del 44, grazie all'uso di liste di proscrizione, De Gaulle dara' il via libera ad esecuzioni ai danni dei collaborazionisti del terzo Reich..
Fonda la sua casa editrice, Le Sept Couleurs, e una rivista, Le Defense de l'Occident, con la quale si produrra' in critiche feroci  atte alla riabilitazione della figura di Brasillach e del governo di Vichy. Bisognera' aspettare il 1948 perche' Bardèche metta alla luce il suo fondamentale Nuremberg ou la terre promise nel quale introdurra' la teoria per cui i tedeschi non sarebbero stati gli unici fautori del conflitto mondiale, scagionandoli dalle accuse subite a Norimberga di crimini di guerra e contro l'umanita'. Bardèche scrive :
 
" Io non difendo la Germania : io difendo la verita'. Non so se la verita' esista [..] ma so che la menzogna esiste, che esiste la deformazione sistematica dei fatti. [..] un abile falsificazione [..] se la propaganda delle democrazie ha mentito [sulle reali responsabilita' del governo vichysta n.d.m.] come crederle quando ci parla della Germania? [..] Non dobbiamo chiederci se non debba farsi la medesima revisione sulla condanna pronunciata [..] a Norimberga? [..] Abbiamo il diritto di disinteressarcene? [..] Se le nostre mani non fossero piu' pure delle loro e le nostre coscienze non fossero piu' limpide delle loro [..]?Se ci fossimo sbagliati? Se ci avessero mentito? [..] La rovina della Germania non bastava ai vincitori. I tedeschi non sono soltanto dei vinti, sono dei vinti speciali. In loro e' stato vinto il Male [..] I tedeschi dovevano sedere sulle loro rovine e battersi il petto perche' "erano stati dei mostri " . Ed e' giusto che le citta' dei mostri siano distrutte e cosi' le loro donne e i figlioletti. E [..] tutti i popoli del mondo [..] senza eccezione [..] si misero a spiegare all'uomo assiso sulle rovine perche' era un mostro. [..] non tutto il mondo ha accettato ciecamente il verdetto dei vincitori [..] La nostra opinione sulla Germania e sul regime nazionalsocialista e' indipendente dalle contingenze attuali. [..] quando ci sembrera' che l'esercito tedesco e il partito [..] abbiano commesso dei delitti, naturalmente li chiameremo delitti. M quando giudicheremo che le accuse portate contro di loro siano frutto di sofismi e di menzogne, denunceremo quei sofismi e quelle menzogne 


da Nuremberg ou la terre promise, pp 13,14,15


E, sulle responsabilita' morali, che dibattera' a lungo, afferma :


"E se le regole imposteci fossero esse a perpetuarel'impotenza, e i principi interdetti servissero a distruggere
il disordine? L'accusa di complotto è un'invenzione eccellente.Il mondo è ormai democratico in perpetuo, è democratico per decisione del tribunale
[..]La sentenza di Norimberga consiste dunque nel fare una selezione preventiva dei partiti. Gli uni sono legittimi e gli altri sospetti [..] sono " in linea " con lo spirito democratico [..] conseguentemente hanno il diritto di impadronirsi del potere e di avere un piano [..] quel piano concertato non minaccera' mai la democrazia e la pace. Gli altri invece non hanno il diritto al potere e quindi è inutile che esistano: va da sé che essi contengono in germe ogni specie di delitti contro la pace e l'umanità"


da Nuremberg ou la terre promise, pag. 31



Non si fatica  a considerarla una rilettura revisionista se non anticipatamente negazionista nella formulazione delle sue idee, grazie alle quali, Bardèche ricava una condanna a 50.000 franchi di multa. Nonostante cio', di certo non intimidito, pubblica nuovamente Nuremberg II ou les Faux-Monnayeurs, a causa del quale riceve una seconda condanna ad un anno di prigione per apologia dei crimini di guerra ed uscì solo perché gli venne concessa la grazia dal Presidente della Repubblica, René Coty. (5)
Nel 1951 appare ancora tra i fondatori del Movimento Sociale Europeo (MSE), mentre nel 1952 pubblica un testo in difesa del collega Paul Rassinier, rispetto al quale e' ideologicamente debitore. Dallo stesso anno fino al 1982 sulle pagine della sua rivista " defense de l'ocident ", Bardèche, affascinato e convinto dall'esperienza della Repubblica Sociale Italiana, scrive della sua idea di fascismo, ribattezzato " fascismo perfezionato ".
Gli ultimi anni della sua vita li passa alla ricerca della Verita', ovvero, in chiave revisionista, alla confutazione delle prove sull' Olocausto.
Muore a Parigi il 30 luglio 1998.




Note

(1) introduzione, da  Qu'est-ce que le fascisme? Les Sept Couleur, 1962
(2) http://en.wikipedia.org/wiki/R%C3%A9volution_nationale
(3) http://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Brasillach
(4) http://it.wikipedia.org/wiki/Charles_Maurras
(5) http://www.centrostudilaruna.it/sparta-e-i-sudisti-nel-pensiero-di-maurice-bardeche.html

lunedì 29 agosto 2011

I percursori del revisionismo



Alexander Ratcliffe (1888 - 1947)

Puo' essere considerato uno dei primissimi autori che possa essere affiancato al revisionismo strorico. Viene ricordato a capo dello Scottish Protestant League (SLP), le notizie sulla sua vita sono scarse, arrivano prevalentemente in forma di autobiografia da un foglio da lui stesso autoprodotto, il Vanguard. Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, dopo la creazione dello SLP, cavalco' l'onda emotiva e l'ostilita' crescente che si faceva largo fra la popolazione scozzese, frutto dell'immigrazione irlandese. In veste di militante protestante, negli anni '20 accoglie calorosamente il Ku-Klux-Klan, descritto come "a wonderfully sensitive barometer" (1) nei riguardi del crescente sentimento anticattolico allora in crecscita negli U.S.A.
Il suo "amore" per il Klan si dimostro' con l'uso a mo' di servizio d'ordine e fazione politica del Knights of Kaledonia Klan.
Questa esperienza, cesso' quasi immediatamente quando Ratcliffe ragiono' sull'impossibilita' di esportare il " modello " KKK sul suolo britannico ; nonostante cio' nel 1930, seppur con scarsi risultati, provo' a riscattarsi dei fallimenti conseguiti con il tentativo di costruire un movimento fascista in Gran Bretagna. Tuttavia, nonostante la presenza di alcuni italiani gia' inclini all'esperienza, in Scozia si tratto' di un fenomeno di debole entita' e fini' il tutto in un nulla di fatto.
Il 1933 segna la nascita dello Scottish Democratic Fascist Party ( SDFP ) fondato da W. Weir Glamour e M. Hume Sleigh, il quale, proprio grazie al suo programma, che oggi chiameremo di pulizia etnico-religiosa, riusci' a colpire in positivo l'attenzione di Ratcliffe. Tuttavia, un percorso di fascismo in Scozia non sembrava ancora maturo. La crescita dei movimenti, fascista, franchista e nazionalsocialista nell' Europa del '39 lo portarono ad un breve viaggio in Germania dove si infatuo' definitivamente di Hitler e del suo movimento; nell'autunno dello stesso anno, allo scoppio della seconda guerra mondiale, comincia cosi' a  fare propaganda di idee pro Germania sul suo foglio. Secondo Ratcliffe, l'opinione pubblica inglese sarebbe stata corrotta in prevalenza da cattolici ed ebrei [ si fanno strada i primi tratti di "cospirazione giudaica"- n.d.m. ] tanto che, nel novembre del '42 scrive " let the public be warned against the lies of roman-catholic and jew renegades who at present have asylum in this country ". Si noti come, anche dopo la nascita dell'omonimo britannico, la British Protestant League e la fine del conflitto mondiale, Ratcliffe conservi sempre una altissima considerazione di Adolf Hitler, che lo convinse alla pubblicazione di un articolo intitolato " The passing of Hitler ", composto dopo la notizia del suicidio del dittatore nel bunker di Berlino. Ratcliffe ne ripassa con entusiasmo ed ammirazione la carriera e le gesta ed i traguardi, che lo portera' alla fondazione , nel settembre del 45, del Friend of Protestant Germany League, la cui intenzione e' di creare un " ponte " fra le due nazioni.
Neanche la scoperta degli orrori del regime nazista, incrino' in minima maniera le idee di Ratcliffe consolidandone il forte anti papismo e la spinta progressiva verso l'antisemitismo piu' estremo. Le uscite del Vanguard risalenti al dopoguerra riflettono fortemente quest'ultime posizioni estremiste, disvelando la discesa finale nella paranoia interpretativa, facendo degli ebrei la radice di tutti mali del mondo.
Insieme al leader dell' Imperial Fascist League Arnold Leese e Joseph Banister, possiamo considerare Alexander Ratcliffe come uno dei pionieri delle idee revisioniste ed antisemite che circolarono in Europa a conclusione della seconda guerra mondiale.
Muore nell'inverno del 1947.

Note

(1) Traditions of intolerance: historical perspectives on fascism and race discourse in Britain, Manchester University Press, 1989

Informatori, trafficanti d'armi, terroristi

Secondo Robert Faurisson ( del quale scrivero' piu' avanti ) le uniche vittime della "truffa", quello che lui chiama mito, sarebbero stati  i tedeschi e, aggiunge, l'uso di identificarli con la famosa "stella gialla" (pratica tra l'altro condotta verso altre "categorie" di persone, ricordiamo gli omosessuali, ai quali, una volta individuati e portati nei campi veniva cucito sulla loro casacca il tristemente famoso "triangolo rosa") sarebbe stata una precauzione.
Precauzione in difesa dell'ignaro popolo tedesco dagli ebrei, riconosciuti come spie, terroristi e trafficanti di armi.
Bambini compresi


giovedì 25 agosto 2011

Revisioni, Riduzioni, Negazioni


"Se il progresso scientifico consiste nell'avvicendarsi
di paradigmi, allora ogni sostenitore di un paradigma e' un
revisionista"

(Valentina Pisanty, I Negazionismi, Storia della Shoah, pp.424)

Revisionista quindi, e' ogni scienziato o storico, che non rimane fermo sulle conoscenze acquisite ma, e' sempre incline a cambiarle, stravolgerle, nel caso fosse necessario. Tuttavia, il termine revisionismo, per alcuni riduzionismo, nella storia contemporanea, viene usato per indicare una corrente di giudizio e critica rispetto ad eventi storici come il fascismo, il nazismo ed in particolare l'Olocausto ebraico.
Vediamo in quale modo i revisionisti partendo da una base storica universalmente accettata, riducono la portata e le responsabilita' del regime nazista, seppur non negando lo sterminio, nel tentativo di banalizzare la Shoah. Secondo l'autore riduzionista Ernst Nolte, le cause ed i morti della Seconda Guerra Mondiale non sono imputabili unicamente alla Germania nazista, cosi' come i campi di concentramento e di sterminio diventerebbero poco piu' che uno dei tanti "orrori" del nostro secolo, negandone cosi' l'unicita'. Il passo successivo , conosciuto con il nome di negazionismo, di questa verita' storica fa carta straccia. Per il negazionista-tipo infatti, l'Olocausto non solo e' mai avvenuto, in perfetto stile Protocolli, anzi, le camere a gas addirittura sarebbero state una menzogna, una veria e propria truffa, architettata per la successiva conquista del mondo da parte dell'onnipotente ed onnipresente lobby sionista. False ed inaffidabili risulterebbero dunque le centinaia di testimonianze orali e scritte lasciate dagli ebrei sopravissuti ( secondo alcuni revisionisti, il fatto stesso che siano sopravissuti dimostrerebbe il mancato sterminio). Ottenute con la tortura quelle rilasciate dai nazisti stessi, come l'autobiografico "Kommandanten in Auschwitz" di Rudolf Hoss, comandante del campo di Auschwitz. Dopo la falsificazione dei documenti scritti, il negazionista non manca di sottolineare come anche il materiale fotografico sia truccato; si veda, al proposito, l'autore del cosidetto negazionismo tecnico, l'italiano Carlo Mattogno, ne Il mito dello sterminio ebraico, cosa ne pensa e che conclusioni trae dall'esamina di fotografie aeree che testimonierebbero l'esistenza di ciminiere e camere a gas ad Auschwitz (si noti l'uso della dialettica)
- grassetti e fonti in rosso sono miei -

"Il dilettantismo degli autori si rende evidente [ quando ] riproducono la ben nota fotografia della serie Kamann ( negativo del Museo di Auschwitz n.20995/494 ) che presenta il lato sud del crematorio II [ .. ] e presunta "camera a gas" omicida seminterrata [ .. ] era gia' stata pubblicata da Pressac (1) (2) ( trattasi della riedizione di foto del campo da parte di un progetto multimediale chiamato "Destinazione Auschwitz" (3) ) [ .. ]
lo studio migliore della storiografia ufficiale sulla questione dei presunti "camini" [ .. ] e' stato pubblicato dal ricercatore americano Charles D. Provan (4) (5) nel 2000 [.. ] egli si occupa [..] delle fotografie incriminate [ Provan n.d.m. ] ha verificato e accettato le conlcusioni degli studiosi revisionisti come Germar Rudolf (6) (7) e Jean-Marie Boisdefeu [ .. ] i presunti "camini" , secondo il detenuto che pretende di aver fabbricato i relativi congegni metallici [ per l'introduzione del gas nelle camere n.d.m. ] [ .. ] la spiegazione fornita dagli autori di "Destinazione Auschwitz" non solo e' falsa, ma anche oltremodo ridicola [ .. ] in realta' [ .. ] non e' mai esistita alcuna apertura di introduzione per lo Zyklon B ! [ .. ] l'incompetenza degli autori traspare altrettanto chiaramente da altri commenti non meno risibili [ di seguito il commento incriminato ] "Queste immagini, riprese dal tetto di un vagone, costituiscono la prova visiva piu' sconvolgente dello sterminio" - Questo commento e' decisamente ridicolo "


Note


Come e' possibile constatare dalle note, l'approcio letterario di Carlo Mattogno ( i riferimenti arrivano sia da Wikipedia che da un sito decisamente revisionista ) e' a parer mio molto allineabile con quello del " complottista " [ con questo uso familiare del termine indico il complottista modello, colui che crede acriticamente ad ogni teoria del complotto, dal finto allunaggio alla morte di JFK, fino alle teorie sugli attentati del 9/11 ]  : le fonti che vengono citate provengono dal suo stesso " schieramento " , usa il metodo della derisione (- vedi sopra - " la spiegazione fornita dagli autori rivali sarebbe oltremodo ridicola " ) e spesso usa l'attacco ad personam per infierire suisuoi " avversari ", si spende di continuo nell'instillare il dubbio in colui che legge - , si aiuta con un uso " clinico " della punteggiatura, come di locuzioni di stupore, nei  confronti di parole chiave deformandone il significato per cucirne sopra uno nuovo   tramite l'uso continuo di supposizioni. Quando indica le sue fonti , nella migliore delle ipotesi un altro autore revisionista, allora ecco che il discorso riprende una certa sicurezza e autorevolezza che solo una lettura revisionista puo' conferire, ovvero come quando " Provan ha verificato e accettato" [ le teorie di altri due studiosi revisionisti ] .

Risulta abbastanza chiaro dove si voglia andare a parare con frasi come  " Sul soffitto della presunta "camera a gas".. non e' mai esistita alcuna apertura..per lo Zyklon B ",  e aggiungo ,  e' particolarmente facile [ per Mattogno ] arrivare a questa conclusione, visto in azione  l'impianto fideistico, apparentemente incrollabile, costruito in precedenza. Con gli stessi strumenti poi, Mattogno , affronta molti dei temi cari ai revisionisti, ora cresciuti e negazionisti, come  ricorda l'Institute for Historical Review (il quale sara' presentato meglio dopo),  temi a loro volta mutuati da Austin J. App (8), si tratta dei famosi "otto assiomi" (10), adottati ormai dal revisionismo odierno. Dal 1973, invariabilmente, vengono presentati cosi' :

1. La soluzione finale consisteva nell'emigrazione e non nello sterminio;


2. Non ci furono gassazioni


3. La maggior parte degli ebrei scomparsi emigrarono in america e in Unione Sovietica facendo perdere le loro tracce;


4. I pochi ebrei giustiziati dai nazisti erano criminali sovversivi [cosi' anche i bambini, ovviamente]


5. La comunita' ebraica mondiale perseguita chiunque voglia svolgere un lavoro di ricerca storica onesta attorno alla seconda guerra mondiale per timore che emerga la verita' dei fatti;


6. Non vi sono prove del genocidio;


7. L'onere della prova sta dalla parte degli "sterminazionisti" ;


8. Le contradizzini presenti nei calcoli demografici della storiografia ufficiale dimostrano con certezza il carattere menzognero delle loro tesi;



Note
(10) Valentina Pisanty, L'irritante questione delle camere a gas, Logica del negazionismo, pp 9-10,
       1998, Milano, Bompiani