lunedì 29 agosto 2011

I percursori del revisionismo



Alexander Ratcliffe (1888 - 1947)

Puo' essere considerato uno dei primissimi autori che possa essere affiancato al revisionismo strorico. Viene ricordato a capo dello Scottish Protestant League (SLP), le notizie sulla sua vita sono scarse, arrivano prevalentemente in forma di autobiografia da un foglio da lui stesso autoprodotto, il Vanguard. Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, dopo la creazione dello SLP, cavalco' l'onda emotiva e l'ostilita' crescente che si faceva largo fra la popolazione scozzese, frutto dell'immigrazione irlandese. In veste di militante protestante, negli anni '20 accoglie calorosamente il Ku-Klux-Klan, descritto come "a wonderfully sensitive barometer" (1) nei riguardi del crescente sentimento anticattolico allora in crecscita negli U.S.A.
Il suo "amore" per il Klan si dimostro' con l'uso a mo' di servizio d'ordine e fazione politica del Knights of Kaledonia Klan.
Questa esperienza, cesso' quasi immediatamente quando Ratcliffe ragiono' sull'impossibilita' di esportare il " modello " KKK sul suolo britannico ; nonostante cio' nel 1930, seppur con scarsi risultati, provo' a riscattarsi dei fallimenti conseguiti con il tentativo di costruire un movimento fascista in Gran Bretagna. Tuttavia, nonostante la presenza di alcuni italiani gia' inclini all'esperienza, in Scozia si tratto' di un fenomeno di debole entita' e fini' il tutto in un nulla di fatto.
Il 1933 segna la nascita dello Scottish Democratic Fascist Party ( SDFP ) fondato da W. Weir Glamour e M. Hume Sleigh, il quale, proprio grazie al suo programma, che oggi chiameremo di pulizia etnico-religiosa, riusci' a colpire in positivo l'attenzione di Ratcliffe. Tuttavia, un percorso di fascismo in Scozia non sembrava ancora maturo. La crescita dei movimenti, fascista, franchista e nazionalsocialista nell' Europa del '39 lo portarono ad un breve viaggio in Germania dove si infatuo' definitivamente di Hitler e del suo movimento; nell'autunno dello stesso anno, allo scoppio della seconda guerra mondiale, comincia cosi' a  fare propaganda di idee pro Germania sul suo foglio. Secondo Ratcliffe, l'opinione pubblica inglese sarebbe stata corrotta in prevalenza da cattolici ed ebrei [ si fanno strada i primi tratti di "cospirazione giudaica"- n.d.m. ] tanto che, nel novembre del '42 scrive " let the public be warned against the lies of roman-catholic and jew renegades who at present have asylum in this country ". Si noti come, anche dopo la nascita dell'omonimo britannico, la British Protestant League e la fine del conflitto mondiale, Ratcliffe conservi sempre una altissima considerazione di Adolf Hitler, che lo convinse alla pubblicazione di un articolo intitolato " The passing of Hitler ", composto dopo la notizia del suicidio del dittatore nel bunker di Berlino. Ratcliffe ne ripassa con entusiasmo ed ammirazione la carriera e le gesta ed i traguardi, che lo portera' alla fondazione , nel settembre del 45, del Friend of Protestant Germany League, la cui intenzione e' di creare un " ponte " fra le due nazioni.
Neanche la scoperta degli orrori del regime nazista, incrino' in minima maniera le idee di Ratcliffe consolidandone il forte anti papismo e la spinta progressiva verso l'antisemitismo piu' estremo. Le uscite del Vanguard risalenti al dopoguerra riflettono fortemente quest'ultime posizioni estremiste, disvelando la discesa finale nella paranoia interpretativa, facendo degli ebrei la radice di tutti mali del mondo.
Insieme al leader dell' Imperial Fascist League Arnold Leese e Joseph Banister, possiamo considerare Alexander Ratcliffe come uno dei pionieri delle idee revisioniste ed antisemite che circolarono in Europa a conclusione della seconda guerra mondiale.
Muore nell'inverno del 1947.

Note

(1) Traditions of intolerance: historical perspectives on fascism and race discourse in Britain, Manchester University Press, 1989

Informatori, trafficanti d'armi, terroristi

Secondo Robert Faurisson ( del quale scrivero' piu' avanti ) le uniche vittime della "truffa", quello che lui chiama mito, sarebbero stati  i tedeschi e, aggiunge, l'uso di identificarli con la famosa "stella gialla" (pratica tra l'altro condotta verso altre "categorie" di persone, ricordiamo gli omosessuali, ai quali, una volta individuati e portati nei campi veniva cucito sulla loro casacca il tristemente famoso "triangolo rosa") sarebbe stata una precauzione.
Precauzione in difesa dell'ignaro popolo tedesco dagli ebrei, riconosciuti come spie, terroristi e trafficanti di armi.
Bambini compresi


giovedì 25 agosto 2011

Revisioni, Riduzioni, Negazioni


"Se il progresso scientifico consiste nell'avvicendarsi
di paradigmi, allora ogni sostenitore di un paradigma e' un
revisionista"

(Valentina Pisanty, I Negazionismi, Storia della Shoah, pp.424)

Revisionista quindi, e' ogni scienziato o storico, che non rimane fermo sulle conoscenze acquisite ma, e' sempre incline a cambiarle, stravolgerle, nel caso fosse necessario. Tuttavia, il termine revisionismo, per alcuni riduzionismo, nella storia contemporanea, viene usato per indicare una corrente di giudizio e critica rispetto ad eventi storici come il fascismo, il nazismo ed in particolare l'Olocausto ebraico.
Vediamo in quale modo i revisionisti partendo da una base storica universalmente accettata, riducono la portata e le responsabilita' del regime nazista, seppur non negando lo sterminio, nel tentativo di banalizzare la Shoah. Secondo l'autore riduzionista Ernst Nolte, le cause ed i morti della Seconda Guerra Mondiale non sono imputabili unicamente alla Germania nazista, cosi' come i campi di concentramento e di sterminio diventerebbero poco piu' che uno dei tanti "orrori" del nostro secolo, negandone cosi' l'unicita'. Il passo successivo , conosciuto con il nome di negazionismo, di questa verita' storica fa carta straccia. Per il negazionista-tipo infatti, l'Olocausto non solo e' mai avvenuto, in perfetto stile Protocolli, anzi, le camere a gas addirittura sarebbero state una menzogna, una veria e propria truffa, architettata per la successiva conquista del mondo da parte dell'onnipotente ed onnipresente lobby sionista. False ed inaffidabili risulterebbero dunque le centinaia di testimonianze orali e scritte lasciate dagli ebrei sopravissuti ( secondo alcuni revisionisti, il fatto stesso che siano sopravissuti dimostrerebbe il mancato sterminio). Ottenute con la tortura quelle rilasciate dai nazisti stessi, come l'autobiografico "Kommandanten in Auschwitz" di Rudolf Hoss, comandante del campo di Auschwitz. Dopo la falsificazione dei documenti scritti, il negazionista non manca di sottolineare come anche il materiale fotografico sia truccato; si veda, al proposito, l'autore del cosidetto negazionismo tecnico, l'italiano Carlo Mattogno, ne Il mito dello sterminio ebraico, cosa ne pensa e che conclusioni trae dall'esamina di fotografie aeree che testimonierebbero l'esistenza di ciminiere e camere a gas ad Auschwitz (si noti l'uso della dialettica)
- grassetti e fonti in rosso sono miei -

"Il dilettantismo degli autori si rende evidente [ quando ] riproducono la ben nota fotografia della serie Kamann ( negativo del Museo di Auschwitz n.20995/494 ) che presenta il lato sud del crematorio II [ .. ] e presunta "camera a gas" omicida seminterrata [ .. ] era gia' stata pubblicata da Pressac (1) (2) ( trattasi della riedizione di foto del campo da parte di un progetto multimediale chiamato "Destinazione Auschwitz" (3) ) [ .. ]
lo studio migliore della storiografia ufficiale sulla questione dei presunti "camini" [ .. ] e' stato pubblicato dal ricercatore americano Charles D. Provan (4) (5) nel 2000 [.. ] egli si occupa [..] delle fotografie incriminate [ Provan n.d.m. ] ha verificato e accettato le conlcusioni degli studiosi revisionisti come Germar Rudolf (6) (7) e Jean-Marie Boisdefeu [ .. ] i presunti "camini" , secondo il detenuto che pretende di aver fabbricato i relativi congegni metallici [ per l'introduzione del gas nelle camere n.d.m. ] [ .. ] la spiegazione fornita dagli autori di "Destinazione Auschwitz" non solo e' falsa, ma anche oltremodo ridicola [ .. ] in realta' [ .. ] non e' mai esistita alcuna apertura di introduzione per lo Zyklon B ! [ .. ] l'incompetenza degli autori traspare altrettanto chiaramente da altri commenti non meno risibili [ di seguito il commento incriminato ] "Queste immagini, riprese dal tetto di un vagone, costituiscono la prova visiva piu' sconvolgente dello sterminio" - Questo commento e' decisamente ridicolo "


Note


Come e' possibile constatare dalle note, l'approcio letterario di Carlo Mattogno ( i riferimenti arrivano sia da Wikipedia che da un sito decisamente revisionista ) e' a parer mio molto allineabile con quello del " complottista " [ con questo uso familiare del termine indico il complottista modello, colui che crede acriticamente ad ogni teoria del complotto, dal finto allunaggio alla morte di JFK, fino alle teorie sugli attentati del 9/11 ]  : le fonti che vengono citate provengono dal suo stesso " schieramento " , usa il metodo della derisione (- vedi sopra - " la spiegazione fornita dagli autori rivali sarebbe oltremodo ridicola " ) e spesso usa l'attacco ad personam per infierire suisuoi " avversari ", si spende di continuo nell'instillare il dubbio in colui che legge - , si aiuta con un uso " clinico " della punteggiatura, come di locuzioni di stupore, nei  confronti di parole chiave deformandone il significato per cucirne sopra uno nuovo   tramite l'uso continuo di supposizioni. Quando indica le sue fonti , nella migliore delle ipotesi un altro autore revisionista, allora ecco che il discorso riprende una certa sicurezza e autorevolezza che solo una lettura revisionista puo' conferire, ovvero come quando " Provan ha verificato e accettato" [ le teorie di altri due studiosi revisionisti ] .

Risulta abbastanza chiaro dove si voglia andare a parare con frasi come  " Sul soffitto della presunta "camera a gas".. non e' mai esistita alcuna apertura..per lo Zyklon B ",  e aggiungo ,  e' particolarmente facile [ per Mattogno ] arrivare a questa conclusione, visto in azione  l'impianto fideistico, apparentemente incrollabile, costruito in precedenza. Con gli stessi strumenti poi, Mattogno , affronta molti dei temi cari ai revisionisti, ora cresciuti e negazionisti, come  ricorda l'Institute for Historical Review (il quale sara' presentato meglio dopo),  temi a loro volta mutuati da Austin J. App (8), si tratta dei famosi "otto assiomi" (10), adottati ormai dal revisionismo odierno. Dal 1973, invariabilmente, vengono presentati cosi' :

1. La soluzione finale consisteva nell'emigrazione e non nello sterminio;


2. Non ci furono gassazioni


3. La maggior parte degli ebrei scomparsi emigrarono in america e in Unione Sovietica facendo perdere le loro tracce;


4. I pochi ebrei giustiziati dai nazisti erano criminali sovversivi [cosi' anche i bambini, ovviamente]


5. La comunita' ebraica mondiale perseguita chiunque voglia svolgere un lavoro di ricerca storica onesta attorno alla seconda guerra mondiale per timore che emerga la verita' dei fatti;


6. Non vi sono prove del genocidio;


7. L'onere della prova sta dalla parte degli "sterminazionisti" ;


8. Le contradizzini presenti nei calcoli demografici della storiografia ufficiale dimostrano con certezza il carattere menzognero delle loro tesi;



Note
(10) Valentina Pisanty, L'irritante questione delle camere a gas, Logica del negazionismo, pp 9-10,
       1998, Milano, Bompiani





































venerdì 19 agosto 2011

Benvenuti

Il perche' di questo blog, in senso stretto, e' dato dal sottotitolo in apertura. Andro' a toccare argomenti come revisionismo, negazionismo della Shoah, soffermandomi principalmente a scrivere di quest'ultimo. Come leggerete e come provero' a spiegare in seguito, il negazionismo non si differenzia da nessun'altra ipotesi di complotto. I post a seguire contemplano la possibilita' di essere commentati e criticati, a tal proposito, chiedo che si mantenga un atteggiamento civile.

Buona Lettura