domenica 4 settembre 2011

I percursori del revisionismo - Paul Rassinier



Paul Rassinier ( 1906 - 1967 )

Internato nei campi di concentramento di Buchenwald e Dora, socialista, pacifista e antinazista, Paul Rassinier discende da una famiglia di pacifisti. Il padre Joseph, allevatore e veterano dell'esercito colonialista francese nel Tonchino, viene mobilitato come soldato per partecipare all'imminente conflitto mondiale, ma, al suo rifiuto si dichiara pacifista e viene incarcerato in una prigione militare. Questo fatto influenzera' il giovane Rassinier, che a sua volta seguira' le orme del padre aderendo al pacifismo, che segnera' la sua vita.
Nel 1922, a soli 16 anni, influenzato dall'anarchico Victor Serge (1) aderisce al Parttito Comunista, la militanza dura poco ed in breve tempo ne viene espulso. Negli anni successivi indirizza i suoi sforzi politici in direzione del movimento dei lavoratori e nel febbraio del 1934 abbraccia il Partito Socialista ( SFIO ).
Lo scoppio della seconda guerra mondiale e l'occupazione tedesca della Francia lo vedono partecipare alla fondazione di Libre Nord, un'organizzazione dedita alla lotta di liberazione delle zone occupate a nord della Francia, con la quale sperimenta diverse forme di resistenza passiva " l'idea di non violenza ed i pricipi assoluti del pacifismo " (2), incluso il trasporto clandestino di rifugiati ebrei in Svizzera attraverso il confine con la Francia grazie  all'appoggio del Comitato Ebreo Svizzero. Le sue attivita' gli valsero l'attenzione da parte delle autorita' tedesche che incaricarono la Gestapo di arrestarlo, nell'ottobre del 1943, e di deportarlo, prima nel campo di concentramento di Buchenwald e poi di Dora, nel quale rimase prigioniero fino alla fine del conflitto.
Tornato in Francia, e' provato dalle torture subite ( mani schiacciate, mascella fratturata e un rene a pezzi ) tanto da venire dichiarato invalido al 105%, in seguito verra' eletto deputato socialista da parte dell' Assemblee Nationale, per essersi distinto eroicamente prendendo parte alla Resistenza francese e verra' poi premiato con le piu' alte onoreficenze da parte del Governo. A distanza di breve tempo, incomincia a fornire le sue testimonianze dei corpi trasportati al crematorio di Buchenwald. Scrive cosi' a tal proposito :

" Ogni giorno, da Dora arrivano camion pieni di cadaveri da cremare a Buchenwald, dalla presenza di questi corpi si potevano dedurre gli orrori del campo " (3) 

Rassinier scrive come il tasso di mortalita', che definisce allarmante, sia causato da "[..]  maltrattamenti, scarsa qualita' e insufficienza del cibo, carenza di medicine, turni di lavoro massacranti [..] e polmonite " (4)

Il periodo che segue la pubblicazione dei suoi primi lavori, si interroga circa la veridicita' delle numerose testimonianze rilasciate dagli altri internati, che Rassinier bollera' come  " esecrabili esagerazioni ". A questo proposito scrive :

" Quindi un giorno mi sono accorto che era stata creata una falsa immagine dei campi tedeschi e che il problema dei campi era universale [..] i deportati, molti dei quali comunisti, erano in gran parte responsabili per aver indirizzato il pensiero politico internazionale verso una conclusione errata. Successivamente, sentii che rimanendo in silenzio mi sarei reso complice di una pericolosa influenza " (5) 

Rassinier inizia l'opera di decostruzione nei confronti delle testimonianze degli altri deportati. Si puo' dire che il nocciolo del suo lavoro, in fatto di testimonianze,  consiste nella tentata confutazione delle memorie di Raul Hilberg (6) ed il suo " La distruzione degli ebrei d'Europa " (7), considerato come uno degli studi piu' autorevoli riguardo all' Endlösung der Judenfrage, ovvero, la soluzione finale. Che Rassinier commenta cosi':

" [ in futuro, del libro di Hilberg n.d.m. ] non se ne parlera' affatto, o se ancora menzionato, lo sara' per riferirlo a qualcosa di indegno, se non come ad un esempio della piu' scandalosa aberrazione del nostro tempo " (8)

Rassinier diventa scettico anche davanti alle testimonianze sulle camere a gas, che in quel periodo circolavano abbondanti, che commenta :

" Nel 1950, era ancora troppo presto per pronunciarsi definitivamente sull'esistenza delle camere a gas; mancano i documenti, e quelli che abbiamo a disposizione sono incompleti, inesatti e ovviamente apocrifi o falsificati " (9)

Nel 1964 pubblica il libro " Il dramma degli Ebrei d' Europa ", dove la sua posizione si irrigidisce ulteriormente :

" Per quanto riguarda le camere a gas, la processione quasi senza sosta di falsi testimoni o falsi documenti che ho portato all'attenzione del lettore in questo mio lungo studio, dimostrano, tuttavia, solo una fatto: in nessun momento, le autorita' del terzo reich, hanno mai ordinato lo sterminio degli ebrei, in questo [con il gas n.d.m] o in altro modo. Che questo sterminio abbia avuto luogo senza essere ordinato? Questa e' la questione che mi ha perseguitato per quindici anni " (10)

Rassinier dichiara, e, vediamo, come  le idee-base che fanno da collante al revisionismo siano sempre le stesse, che non ci sarebbe stata nessuna volonta' di sterminio da parte del governo tedesco, anzi, la soluzione finale sarebbe stata quella piu' consona e praticabile dell'allontanamento in massa degli ebrei in una " riserva " ( revisionisti come Carlo Mattogno offrono come meta il Madagascar, ma tornero' sull'argomento piu' avanti ). Non si sarebbero consumati quindi  " sterminii con il gas " e che, la conseguente cifra dei " sei milioni " di morti, altro non sarebbe che un'abile contraffazione ordita dalla propaganda alleata, dai comunisti e da una supposta organizzazione giudaica mondiale, avvenimenti, questi, che avrebbero permesso la fondazione dello stato di Israele e, nell immediato dopoguerra, l'attuazione di politiche specifiche da parte del governo di Bonn, degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica sempre sfruttando l'onda emotiva proveniente dalla scoperta degli orrori perpetrari dai nazisti.
Rispetto alla " questione ebraica ", nel suo " Les responsables de la seconde guerre mondiale " Rassinier sostiene che :

"[..]
  anche spogliando le esagerzioni che ne hanno falsato il significato, la politica di Hitler contro gli ebrei e' stata un attacco indiscutibile ai dirittti umani e fu secondo l'espressione sancita "piu' che un crimine, una trasgressione "


 Si affretta a giudicare che, in un certo modo, le disgrazie degli ebrei sarebbero state in qualche modo causate dagli ebrei stessi:
 "dobbiamo riconoscere che [ gli ebrei ] pretendono di voler essere in germania, cosi' come in ogni altro paese che venga da loro considerato " terra di accogliaenza " , una minoranza nazionale, sia poco plausibile. era loro responsabilita' ammettere di essere stranieri in germania e cedere ogni diritto a protestare  se, a sua volta, hitler avesse trattato loro come stranieri. gli altri governi mondiali sarebbero stati liberi di accettare il reclamo degli ebrei, era un problema di politica interna,e non era affare di hitler. lasciate che gli ebrei in germania si trasferiscano altrove, cosi' disse. il terzo reich era uno stato totalitario, non vi era spazio al suo interno per una minoranza. L'unico problema con il piano di hitler era che gli altri stati sovrani non volevano avere niente in comune con questi ebrei e, anche avessero voluto, la politica di Hitler sarebbe rimasta la stessa, senza dubbio in opposizione ai diritti umani "

 Rassinier inoltre rileva che " Sarebbe rimasto tale solo dal punto di vista dei principi e , sul piano pratico, non avrebbe preso la { successiva } piega disumana che abbiamo visto. La questione avrebbe potuto risolversi con l'espediente del trasferimento della popolazione, accompagnato dal tresferimento dei beni personali, e la storia ci offre molti esempi rispetto a questo. E questo e' cio' che Hitler avrebbe proposto " [a questo proprosito, rimando all'articolo di prossima pubblicazione su Carlo Mattogno, dove viene sviscerata la questione Madagascar]
Quindi, Rassinier, avrebbe stabilito che nessuna gasazione avrebbe avuto luogo. Tento' di fornire agli storici la sua personale analisi quantitativa [ si noti come, in siti revisionisti questo dato, di per se comunque macabro, diventi " la prima vera analisi " ] sugli ebrei morti durante la guerra. Il suo totale, calcolato nei 12 anni di regime, e' stimato tra 987.952 e 1.589.492. (11)
 Infine, nel suo " Il vero processo a Eichmann " sposa definitivamente la causa negazionista, dichiarando cosi' che :
" Non hanno avuto luogo ne' camere a gas,  ne sterminii eseguiti con questo metodo ad Auschwitz-Birkenau " (12)

Paul Rassinier muore, all'eta' di 61 anni, nel luglio del 67.
Dopo circa 14 anni, le sue maggiori opere vengono ripubblicate e tradotte in inglese dalla Noontide press (13) , casa editrice di riferimento presso l' Institute for Historical Review (14) ( organizzazione americana che diverra' l'aggregatore dei vari revisionisti sparsi per il mondo, di vitale importanza per il movimento, sopratutto dagli anni ottanta fino ad oggi,  alla quale sara' dedicato un post)


Note
(1) http://www.marxists.org/archive/serge/index.htm
(2) http://theansp.us/NSocialism/debunking_genocide_myth_paul_rassinier.pdf
(3) Paul Rassinier, The Holocaust Story and the Lie of Ulysses, Institute for Historical Review, Costa Mesa, Ca., 1978 pp 38(4) pp. 44
(5) pp. 109
(6) http://it.wikipedia.org/wiki/Raul_Hilberg
(7) http://www.fredianosessi.it/documenti/HILBERG.pdf
(8) Paul Rassinier, The Holocaust Story and the Lie of Ulysses, Institute for Historical Review, Costa Mesa, Cal., 1978 pp 212
(9) pp. 158
(10) pp. 260
(11) pp. 389-390
(12) Rassinier, The Real Eichmann Trial. p.98
(13) http://www.noontidepress.com/product_info.php?products_id=285
(14) http://www.adl.org/learn/ext_us/historical_review.asp?LEARN_Cat=Extremism&LEARN_SubCat=Extremism_in_America&xpicked=3&item=ihr








2 commenti:

talligalli blog ha detto...

lo faro' sicuramente ma dammi un po' di tempo per documentarmi :)

Andrea Carancini ha detto...

Lei ha scritto che l'Institute for Historical Review è organizzazione di vitale importanza per il movimento ("negazionista") "soprattutto dagli anni ottanta fino a oggi". Cari avversari del revisionismo, vedo che continuate a sopravvalutare l'importanza dell'IHR nella storia del revisionismo. In realtà, la rivista dell'istituto ha cessato le sue pubblicazioni nel 2002 (ben nove anni prima della sua affermazione) e contestualmente, secondo i più famosi revisionisti (a cominciare da Faurisson) tale organizzazione oggi non è nemmeno più considerabile come revisionista.